venerdì 10 aprile 2009

PASQUA


Che cos’ è la Pasqua? Una ricorrenza liturgica fissata nei canoni di due delle più conosciute Religioni (ebrea e cristiana) o un evento spirituale che svela e da valore alle inquietudini della vita? Che cosa è? Forse più simile ad un itinerario storico di un popolo, sospinto in differenti momenti nella ricerca di piccole o grandi liberazioni socio-esistenziali. Ma forse anche un evento, celebrato segretamente o pubblicamente in tutte quelle evoluzioni e rivoluzioni della biodiversità cosmica e umana, ogni volta che si torna a sentire un brivido di vita.
O forse solo un sogno, coltivato nell’oscurità della notte, nell’inconscio collettivo e individuale. Una vera e propria presa di coscienza, come scintilla improvvisa che risveglia il desiderio di far ritornare la vita, là dove la voglia se n’è andata. O ancora un’intensa nostalgia di presenza che sospinge a preparare ancora qualcosa; o forse uno sforzo, un tremendo sforzo per continuare a vivere, ovunque, per non dar ragione alla morte nostra e degli altri… Insomma: che cos’ è la Pasqua? Per alcuni anche se il termine porta l’eco di una parola che fa parte dell’universo linguistico dell’ebreo biblico, si miscela con l’esperienza cristiana della resurrezione. E’ certo che nasce come sforzo, un parto difficile del tempo umano e divino, la sintonia di desideri e di sogni.
E se invece di chiederci che cos’ è, ci domandassimo chi la sostiene: chi sostiene la Pasqua? Perché allora non chiederlo alle mamme e alle nonne dei “desaparecidos” delle dittature latinoamericane e mondiali. Perchè non chiederlo agli amici e amiche dei morti nelle ultime guerre strategiche dei terrorismi internazionali. Perché non chiederlo ai sopravvissuti degli uragani o dei terremoti, ai rifugiati dell’Africa o ai parenti orfani degli emigrati. Chi circola inquieto intorno agli spazi vuoti, forse oggi ci può ancora dire che cosa è la Pasqua e perché continuiamo a celebrarla, nonostante tutto. Chi cerca la propria e altrui dignità...Mi ritornano in mente le parole dell’antico inno pasquale: … Dic nobis Maria quid vidisti in via? Dicci Maria chi hai visto lungo il cammino… E’ normale chiedere che cosa è la Pasqua a chi sta camminando, a chi sta cercando qualcuno o qualcosa nelle fibre più segrete della vita, nei suoi laboratori mentali o nei suoi sogni… Non lo chiediamo a chi pensa che la Pasqua è un dogma o una promessa lasciata alla fine della vita, ma lo chiediamo a chi inquieto non riesce a prendere sonno, perché manca qualcuno, perché qualcuno se n’è andato o perché la vita sembra essersi addormentata. E Maria risponde: Sepulcrum Christi viventi set gloriam vidi resurgentis; angelicos testes, sudarium et vestes… Ho visto il sepolcro del Cristo vivente, gli angeli testimoni, il suo sudario, le sue vesti… Segni storici, sepolcri dei vivi, interminabili clausure di chi è vivente… Presenze lungo il cammino che gridano gli sforzi della vita di molti… ma anche qualcosa che apparteneva a chi ora è assente: le loro vesti i loro oggetti… Forse è questa per noi la Pasqua: continuiamo a chiedere lungo il cammino, non stanchiamoci di chiedere a chi cerca. I dogmi, le dottrine, stanno diventando insufficienti, come le ideologie…chiediamo ancora lungo il cammino, non stanchiamoci… Dunque: buona Pasqua…



A continuazione un appello reale che mi ricorda l’inno Pasquale:

Chicca Mariani, fondatrice delle Abuelas de Plaza de Mayo , (Nonne de la Plaza de Mayo- Argentina), è già molto anziana. Vuole riuscire a rincontrarsi con sua nipote. Aiutiamola a far sì che la sua lettera percorra il mondo e, in qualcuno si generino almeno dei dubbi…


Chicha Mariani, fundadora de Abuelas de Plaza de Mayo, ya está muy viejita. Quiere alcanzar a reencontrarse con su nieta. Ayudémosla a que su carta recorra el mundo y, en una de esas, genere dudas en alguien... Reenviemos la carta hasta al menos pensado. Que su llamado pueda recorrer nuevos circuitos, que no quede restringido a personas vinculadas a organizaciones de derechos humanos, que pueda llegar hasta Clara Anahí !!!! Gracias


Querida nieta:Soy tu abuela “chicha” Chorobik de Mariani, te busco desde él momento en que Etchecolatz Camps y su tropa mataron a tu madre y te secuestraron de tu hogar en la calle 30 #1134 de La Plata, República Argentina. Era el 24 de noviembre de 1976 y tenías 3 meses de edad. Desde ese momento con tu padre te buscamos hasta que a él también lo asesinaron.
A pesar de que trataron de convencerme de que habías muerto en la balacera, yo sabía que estabas viva. Hoy está comprobado que sobreviviste y estás en poder de alguien. Ya tienes 32 años y tu número de documento probablemente sea cercano al 25.476.305 con el que te anotamos. Yo quisiera pedirte que busques fotos de cuando eras bebé y las compares con las que acompañan este texto.
Quiero contarte que tu abuelo paterno se dedicó a la música y yo a las artes plásticas; que tus abuelos maternos se dedicaron a las ciencias, que tu mamá amaba la literatura y tu papá era licenciado en economía. Ambos tenían un gran sentido de la solidaridad y compromiso con la sociedad. Algo de todo esto tendrás en tus inclinaciones de vida porque, a pesar de que hayas sido criada en un hogar distinto, uno guarda internamente los genes de sus antepasados. Seguramente hay muchas preguntas sin respuesta que aletean en tu interior.
A mis mas de 80 años mi aspiración es abrazarte y reconocerme en tu mirada, me gustaría que vinieras hacia mí para que esta larga búsqueda se concretara en el mayor anhelo que me mantiene en pie, el que nos encontremos.
Clara Anahí, mientras te espero seguiré buscándote
Te abraza, tu abuela “Chicha Mariani”

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