lunedì 1 novembre 2010

UN INVITO


In questi ultimi anni si è parlato tanto e anche pensato come appropriarci nuovamente della nostra cittadinanza, come riprendere coscienza dell’essere cittadini. Ma ultimamente, guardando la complessità della storia contemporanea, il suo ritmo ipermoderno e i suoi alti voli pindarici, mi domando se basta essere cittadini o se forse c’è qualcosa di più. Ogni disciplina ci ha aperto nuovi spazi, siano essi cosmici o introspettivi, ecologici, anatomici o filosofici. Tutto ci parla di questa bellissima possibilità…Oggi, non vi è niente che evoca qualcosa ben limitato, definito e forse è questa la nostra fatica o la nostra paura, imparare a vivere in nuove dimensioni, prendendone coscienza, imparando a conoscerle. Oggi come oggi sono pochi coloro che piangono sulle ideologie restate come echi di correnti eoliche che ci visitarono in tempi passati.
Nessuno rimpiange i muri, ma anzi lotta per poter ottenere il diritto di muoversi come qualsiasi cittadino libero. Oggi ogni dimensione sia essa sociale, di genere, fisica o matematica è messa in discussione da nuove o ipotetiche possibilità, nei nostri laboratori mentali e anche in quelli reali. Allora l’inquietudine etica si amplifica, come un suono immesso in uno spazio immenso. La domanda non è più solamente come abitare la città o come essere cittadini, ma come abitare il pianeta. Ma sappiamo anche che, per l’essere umano, imparare a vivere, non è una novità. Non gli toccò infatti solo una volta ma varie volte. Così che anche oggi ci domandiamo quello che in ogni momento evolutivo e di cambiamento, gli esseri umani si sono chiesti: come abitare il pianeta? Come muoverci in queste coordinate esistenziali di tempi e luoghi differenti che comunque e ovunque ci coinvolgono? Cambi climatici e cambi storici; metamorfosi biologiche ed esistenziali; tutto provoca processi interiori ed esteriori delle società, degli individui e della vita in generale. E’ dunque normale che anche oggi ci si domandi: come abitare il pianeta? Un pianeta sempre più diverso e complesso nei suoi dettagli, dove idee chiare e distinte, non sono più sufficienti, perché ciò che sospinge a ripensare e ripensarci è precisamente il filo sottile e nascosto dell’inquietudine umana e della ricerca costante che accomuna interi popoli e individui. Per alcuni forse, solo inquitudini di sopravvivenze economiche, per altri invece inquietudini solo ideologiche, istituzionali, o forse ancora solo esistenziali, affettive, ecc. ma comunque inquietudini e comunque desideri di abitare e nello stesso tempo lasciare che altri abitino.
Ed è proprio in questa multidiversità della storia che individuiamo un primo passo: scambiare idee, intuizioni, sapienze, visioni, riflessioni e caleidoscopici ed esperienziali punti di vista. Tutti oggi siamo interpellati; tutti oggi possiamo prendere parte a questa poietica ricreazione di modi di vivere che ci permettano abitare il pianeta in un altro modo. Il pianeta, questo termine molto antico tra radici etimologiche greche e latine: che in realtà significa errante. Si oggi più che mai siamo chiamati a prendere coscienza di questo nostro essere errante in qualcosa che si muove, che non è fisso, che procede nella sua storia e nelle sue molteplici identità umane e ambientali. Si forse un po’ vagabondi, secondo l’immagine che i greci associavano al termine pianeta; itineranti, cioè capaci di rimetterci in contatto non per schemi e dottrine, ma per scambiarci possibilità di vita.
E’ questo ciò che cercheremo di fare, ospitati dalla Fraternità di Romena il 21 di novembre, insieme ad un caro amico: Andrea Vitullo, in questo spazio forse piccolo e a molti familiare e che comunque evoca la multidiversità di inquietudini e ricerche umane e cosmiche. Andrea Vitullo, philò-economista, come ad alcuni di noi piace chiamarlo, precisamente perché si muove nel mondo dell’economia con nuove pratiche filosofico-esistenziali. Andrea Vitullo è executive coach di manager e imprenditori di aziende italiane e multinazionali. Conosciuto nell’ambito del marketing e della comunicazione, crea e conduce corsi sulla gestione del cambiamento personale e organizzativo per professionisti. In continua trasformazione, studia etica delle relazioni e yoga è fondatore insieme ad altri ed altre, di Inspire (http://www.in-spire.biz/site/) , centro di studio e riflessione che lavora con le domande più quotidiane, con il femminile, con la cura, attraverso l’ascolto e il dialogo, creando uno sguardo nuovo sull’economico e favorendo connessioni spesso non evidenti per leggere idee, strategie, piani di sviluppo di organizzazioni, gruppi o individui. Andrea Vitullo è anche scrittore e autore; uno dei suoi testi più significativi è Leadership riflessive – la ricerca dell’anima nelle organizzazioni (Apogeo Editore- 2007). (Per saperne di più: www.in-spire.biz/site).

2 commenti:

almamegretta ha detto...

Cara Antonietta, grazie per il tuo lavoro prezioso, le parole che danno spessore ai pensieri e sentimenti, permettendo anche ad altri di abitare realtà che rimarrebbero in buona parte inesplorate.
Il 21 novembre non potrò esserci, ma ti seguo da tempo (da quando sei venuta a Celle Ligure: la religiosità della vita, credo che ricorderai).
Mi sono permesso di segnalare il tuo blog sul mio (www.amegretta.blogspot.com).
Se "pianeta" è l'errante, io mi sento "almamegretta": anima migrante, e prendo in prestito il nome del gruppo musicale omonimo per descrivere anche la mia ricerca.
Buon cammino a te, con stima.
Continuiamo a cercare di superare i muri per accogliere più verità.

almamegretta ha detto...

Cara Antonietta, grazie per il tuo lavoro prezioso, le parole che danno spessore ai pensieri e sentimenti, permettendo anche ad altri di abitare realtà che rimarrebbero in buona parte inesplorate.
Il 21 novembre non potrò esserci, ma ti seguo da tempo (in modo più assiduo da quando sei venuta a Celle Ligure: la religiosità della vita, credo che ricorderai).
Mi sono permesso di segnalare il tuo blog sul mio.
Se "pianeta" è l'errante, io mi sento "almamegretta": anima migrante, e prendo in prestito il nome del gruppo musicale omonimo per descrivere anche la mia ricerca.
Buon cammino a te, con stima.
Continuiamo a cercare di superare i muri per accogliere più verità.