giovedì 9 aprile 2009

LA MEMORIA DI DIO


Nel calendario ufficiale un triduo, ma nella vita e nella storia della vulnerabilità umana e del cosmo, un tempo lunghissimo. Tre giorni…distillano come gocce, tra ricerca e interminabili attese. La solennità liturgica, le dogmatiche proclamazioni apparentemente sicure e trionfanti e i gesti in memoria di Lui, non riescono a calmare l’affanno di chi, come gli antichi discepoli, si muove inquieto e attonito tra lenzuoli che coprono l’assenza e frammenti di uno spazio improvvisamente spezzato. Chi ode il rumore del vuoto e sente il peso del silenzio, non visita simbolici sepolcri, ma continua irrequieto a scavare in questo strano plancton terrestre che ha accumulato per sé le più diverse energie di vita. Allora, capovolgiamo la liturgia.
Chi oggi fa memoria della lentezza del tempo, del buio, e dell’affannato respiro umano, non siamo noi, ma è Lui e per questo, non ci stanchiamo di ripetere: ricordati… e crediamo che, la memoria che Dio ha della storia, è complice con le contrazioni della vita e ci sostiene.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ricordo....prendo in prestito questa parola e penso che spesso il ricordo implica responsabilità, impegni presi a volte paure che nessuno ci toglie sopratutto se cerchi di scappare o di voltare le spalle o di dimenticare.
Paure che oggi alla vigilia di Pasqua ci possimo illudere che scenderanno dal legno complici del ricordo di Dio e del suo impegno per ciascuno di noi.
E' così???
Grazie comunque per le sue belle parole e sopratutto per invitarci a stare con i piedi nel fango incollatì alla vita alle sue bizzarre intemperanze alimentati da quella speranza di non essere dimenticati li a ballare come stolti.
Buona Pasqua